La “SCIABOLA D’ONORE” e la Légion d’honneur

Con preciso calcolo Napoleone istituì la “sabre d’honneur” la sciabola d’onore nel 1799, “agli ufficiali e ai soldati che si distinsero per le azioni di un valore straordinario o che resero servizi estremamente importanti”. La sciabola d’onore assieme a un altro insieme di altre onorificenze divenne il metodo per costruire i suoi fedelissimi e istituire così nuove onorificenze diverse da quelle del vecchio regime. La sciabola d’onore era il simbolo del regime napoleonico.

Ma perchè la sciabola d’onore? Il motivo è abbastanza semplice, in quanto alla fine del 1700, cioè con l’istituzione di un nuovo sistema politico in Francia, la sciabola diventa l’arma della rivoluzione, del popolo, in antitesi a quella della vecchia nobiltà. E’ l’arma che non ha bisogno o quasi di trattati, di regole, di maestri e di allenamento. Si impara subito, consta di non più di tre o quattro mosse e contromosse.

Di contro la spada, o meglio il fleuret, è l’arma dei signori, perchè è quella che è sostenuta da regole di ingaggio, da convenzione, da un ossessivo (per quel tempo) metodo di apprendimento, da una tecnica complessa, articolata, piena di cavilli, come di fatto appare alla società del tempo per la quale Napoleone e i rivoluzionari hanno tanto combattuto. La spada e soprattutto il fioretto sono l’emblema del vecchio regime, un emblema talmente insopportabile che verrà soppiantato dalla sciabola, l’arma di Napoleone e dei napoleonidi.Sabre d'Honneur de sous-officier d'infanterie - auctions & price archive

La sciabola d’onore, diventerà in poco tempo un emblema del nuovo impero e dei fortunati generali di Buonaparte, tanto da essere trasformata poi in Légion d’honneur, la celebre Legion d’onore, cui tanti aspirano ancora oggi. Una semplificazione che sarà di ispirazione per altre nazioni, nell’istituire una benemerenza per i propri cittadini, a vari livelli della società.

La pratica di tale arma nei territori conquistati da Napoleone sarà imponente e Milano sarà la città dove in Italia e forse in Europa si praticherà maggiormente, tanto da far sorgere in essa una scuola di primaria importanza, in cui Giuseppe Radaelli diventerà il suo più importante epigono, forse senza nemmeno volerlo.

A Napoli invece, dove i francesi si installeranno in maniera eccessiva, verrà vietata. Con Ferdinando I, Re delle Due Sicilie, la scherma dovrà ritornare a essere quella di prima, quella napoletana, non quella francese.

La Légion d’Honneur dal libro di C.R.E. de Saint Maurice

I sistemi misti saranno banditi, vietati, e anche se per ora non vi sono dati alla mano, documenti che lo attestino in maniera inconfutabile, l’istituzione da parte del re, non di una, ma di sei scuole di scherma nel Regno, è il dato che ci fa capire quanto stesse a cuore al re e ai militari del tempo la pratica nazionale della scherma, quella che a suo tempo si poteva dire la più italiana, quella cioè napoletana.