CAVALIERI SENZA SPADA, è un problema di gender?

Un tempo i cavalieri erano addobbati nel migliore dei modi, ora non più, anzi, invece di fare investiture, fanno svestiture rituali, pare a causa delle donne?

Quando i Cavalieri venivano nominati tali, si preparava ogni occorrente, cotta, armatura, armi, cavallo, rito solenne e soprattutto bisognava saper maneggiare l’arma e infine conoscere le regole degli ingaggi per qualsiasi attività a essi relativa. Infine il cavaliere doveva avere un contegno, una personalità, un modo di fare che doveva rispecchiare un animo nobile, puro, perfetto, irreprensibile. Ma stiamo parlando di parecchi secoli fa.

A un certo punto i cavalieri sono diventati dei simboli, fino a entrare nel gergo comune, (fare o essere un cavaliere, è sinonimo di persona gentile e corretta, specie verso le donne). Nei secoli è stato poi inventato il “cavaliere del lavoro” e “per meriti”, una sorta di titolo laico, non nobile, ma morale, che rende la persona rimarcabile nella società per la carriera svolta o particolari gesta degne di nota.

E’ di pochi giorni fa la notizia che l’Ordine del Santo Sepolcro ha deciso di svoltare nella parità di genere eliminando la spada dal rito dell’investitura dei nuovi Cavalieri maschi, ordinata dal Card. Fernando Filoni per “evitare di discriminare le 10mila dame ammesse nell’Ordine mediante rito diverso da quello dei loro simmetrici affiliati”.

C’è da chiedersi se la spada sia di più o di meno di un altro oggetto rituale, se sia più o meno maschile o femminile, se sia più o meno sessuale, se sia più o meno una cosa piuttosto che un’altra. Curioso partire dal “senso di sdegno” che possa suscitare nelle donne l’uso della spada nel rito, così come il seguire questo sdegno e assecondarlo, evitando invece di puntare alla valorizzazione della ritualità femminile. Dopotutto stiamo parlando di Cavalieri e non di qualcos’altro del Santo Sepolcro. Forse valorizzare la ritualità femminile avrebbe imbarazzato l’aspirante cavaliere? Non se ne viene fuori.

Posta di Donna Destraza / la Soprana
Posta di donna destraza, soprana

Forse chi ha deciso la cosa non conosce un paio di riferimenti schermistici, che farebbero bene al settore gender che oramai comanda la moda imperante (ah bei tempi quelli in cui San Paolo diceva: “non conformatevi alla mentalità del tempo“! Rm12, 2 e lo scriveva proprio ai romani due millenni or sono).

Il più antico trattato di scherma l’I-33 presenta nei suoi pittogrammi la ormai celebre Walpurgis, Valpurga, fra i personaggi che fanno scherma. E che dire di Fiore de’ Liberi, nel suo Flos Duellatorum, che inserisce la celebre guardia detta “Posta di donna soprana”? Tralasciando i dettagli relativi a queste due citazioni, sarebbe da chiedersi quanto il ruolo dei maestri di scherma e degli studiosi del nostro settore possa migliorare la cultura occidentale a vari livelli.

E le maestre di scherma? E tutte le donne che praticano scherma storica, alcune delle quali molto più preparate di tanti uomini? Credetemi, abbiamo molto lavoro da fare, nel mondo occidentale per conservare e valorizzare la nostra cultura e per renderla comprensibile a chi va inseguendo purtroppo tante mode, evitandogli così spiacevoli svarioni certe volte anche ridicoli.