L’ERA SMARTPHONICA, siamo già nel futuro dell’uomo nuovo

Commissione UE: lancio della strategia digitale per i prossimi 5 anni Siamo arrivati alla fine di un percorso o siamo all’inizio di un nuovo cammino? La rivoluzione sanitaria che stiamo vivendo è il passo finale di una rivoluzione digitale totale che vuole costruire un uomo nuovo? E’ un’era smartphonica di cui possiamo soltanto prendere atto e cercare di capire come uscirne sani e salvi.

Me lo chiedo da qualche tempo, cosa colleghi la cosiddetta epidemia pandemica alla rivoluzione digitale, eppure non mi sono dato una risposta precisa. Resta il fatto che da circa un anno la mentalità, gli usi e i costumi dell’italiano e non solo, si siano tarati su un nuovo stile di vita e di pensiero. E’ in tutto e per tutto un uomo nuovo, mai visto. E’ una rivoluzione antropologica a tutti gli effetti.

Il medico, come il farmacista manda ricette digitali e tutto è rigorosamente tracciato. Ma anche gli acquisti più inutili, dai pupazzi alle magliette di poco valore come gli oggetti di uso comune, ce li facciamo portare a casa da dei corrieri, facendogli attraversare il globo terrestre. Una vera esagerazione, e il tutto per evitare di avere contatti fisici in un ipotetico negozio.

La paura della morte ha praticamente indotto l’uomo moderno a pensare e comportarsi in maniera diversa e ad accettare obtorto collo ogni più incomprensibile decisione dello stato, senza alcun apparato critico, né una nemmeno velata promessa di ritornare ai tempi passati. Il denaro digitale, l’acquisto elettronico, l’informazione veloce, l’ascolto dei social, la cieca obbedienza, l’indiscutibilità delle decisioni, le multe, la polizia sanitaria… non c’è che dire, il tempo dell’uomo nuovo è arrivato, e sta soppiantando l’uomo vecchio in tutto.

L'”era smartphonica” è in atto da circa 14 mesi, e non credo che potremo invertire la tendenza. In un breve arco di pochi mesi l’uomo moderno ha gettato le basi di un megashift socio tecnologico tale da far abbandonare quasi totalmente l’uomo vecchio, per costruire l’uomo nuovo.

Per alcuni e non proprio insignificanti dettagli, siamo già “l’uomo nuovo” e ci hanno fatti diventare tali a suon di proclami legislativi e senza che ce lo chiedessero o che ci aiutassero a passare gradualmente al nuovo stato. Siamo nell’era di Isaac Asimov, di George Orwell e forse anche di Richard Benson e Vladimir Soloviev.

C’è da spaventarsi? Non saprei, di certo non c’è da ridere, anzi, siamo già in quel futuro in cui le macchine ci stanno controllando, sia per gioco che per necessità economica, solo che siamo passati dalla digitalizzazione del lavoro e del passatempo di stampo googleano, a quello di tipo statale.

Gli Stati si sono appropriati di parte o tutte le tecnologie informatiche messe a disposizione dai colossi economici del web, e le stanno usando per dirigere il mondo e snellire la burocrazia e forse anche altro e senza chiederci il permesso.

Intanto il marketing politico, (migranti, omosessualità, tasse, covid-19 ecc…), ha imposto le innovazioni tecnologiche atte a trasformare la già misera umanità burocratica dello stato, in una semplice azione meccanica che non tiene conto della vita di ogni giorno, già di suo molto complessa.

L’alba di un giorno nuovo è già arrivata, ma non si capisce se pioverà o sarà soleggiato.